"La via della realizzazione divina è la più difficile", dice Babaji. "Pochi sono quelli che la percorreranno. E' difficile come camminare sul filo del rasoio. La grazia del guru è tutto. Nessuna conoscenza è possibile senza il guru nella pratica della verità, semplicità e amore". Affermava che concentrandosi in questi tre principi, è possibile ottenere il controllo sulla mente e raggiungere la realizzazione spirituale. Ma, ammoniva che per scoprire la verità, la semplicità e l'amore è necessaria la disciplina. "Non si può raggiungere nulla senza disciplina", ha detto Babaji. "Dovreste avere la ferma disciplina di un soldato. Siate soldati di Dio, e agite con coraggio e disciplina".
Al
Vishwa Mahadham (vicino Haldwani nell'Andra Pradesh, India) i residenti nell'ashram si alzano alle 4 della mattina e si bagnano nel fiume. Poi prendono parte all'arati (una puja molto semplice che molti imparavano a svolgere). Si svolgevano sempre una quantità di cerimonie induiste, e quando era vivo, Babaji invitava la gente a partecipare allo yajña quotidiano (la cerimonia del fuoco), che veniva svolto all'alba fuori dalla sua stanza. Radhe Shyam dice che Babaji, nei primi anni, dava molti darshan (vista spirituale e/o fisica). Negli anni seguenti, invece, quando arrivarono molti occidentali, insisteva nel
karma yoga. Diceva che gli indiani comprendono meglio l'idea del beneficio dal semplice darshan di un santo.
Radhe Shyam spiega che molti dei concetti fondamentali dell'induismo non venivano spiegati. La reincarnazione, ad esempio, era qualcosa di cui Babaji non parlava quasi mai, ma non ce n'era bisogno dato che arrivava ad essere compresa comunque. Babaji insegnava sempre col suo esempio. "Tutta la sua vita era un insegnamento, poiché viveva ciò che insegnava", dice Radhe Shyam. Anche gli orari e lo stile di vita nell'ashram indiano erano organizzati e mantenuti da Babaji per fare in modo che la gente potesse rompere vecchi schemi di vita e sostituirli con uno nuovo focalizzato su Dio. Babaji insisteva nel fatto che coloro che si trovavano alla sua presenza facessero dei progressi spirituali.
Una volta stabilita l'area problematica nella quale un devoto doveva inizialmente lavorare, organizzava una serie di lezioni o esperienze di cui un individuo aveva bisogno. Il primo contatto con l'area problematica era generalmente sottile. Se ciò non portava al superamento della lezione, il devoto riceveva un'esperienza più forte, più ovvia e difficile da ignorare. Poteva causare sofferenza fisica o mentale, come accade nella vita fuori dall'ashram, ma con un ritmo più veloce".
Alla domanda su quale fosse la sadhana (pratica spirituale) quotidiana nell'ashram, Radhe Shyam risponde, "Babaji ci diceva di praticare il karma yoga costantemente e di unirlo al japa. Il tutto accompagnato dall'insegnamento che la creazione è una vasta manifestazione del divino". Babaji insegnava soprattutto a persone con famiglia. "In questo kali yuga quasi nessuno ha la forza di rimanere celibe. Anche se questa è la condizione migliore, il matrimonio è migliore di relazioni indisciplinate. L'unione amorevole tra marito e moglie può portare pace e aiuto nella pratica spirituale.